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Autunno nelle Langhe: tajarin e dolcetto

Questa settimana ci spostiamo in Piemonte e - vincendo l'imbarazzo della scelta - puntiamo decisi sui tajarin, i tagliolini locali, rigorosamente fatti in casa. E attingiamo dai boschi delle Langhe gli ingredienti base per il condimento: funghi porcini e castagne.

Il Piatto e la sua ricetta

La preparazione è piuttosto semplice: pulite i porcini, tagliateli a pezzi piuttosto grandi (un fungo di media grandezza può essere diviso anche solo in 6 parti). Mettete i funghi in una padella antiaderente con abbondante olio extravergine, due spicchi d'aglio, un pizzico di sale, quindi accendete il fuoco e fateli cuocere per circa 20 minuti (assaggiateli per capire quando sono pronti). Intanto fate bollire
una ventina di castagne in acqua salata. Quando saranno pronte (circa mezz'ora) scolatele, sbucciatele (occhio alle pellicine!) e sbriciolatele.

Tajarin

Cuocete i tajarin in abbondante acqua salata, scolateli al dente tenendo da parte un po' di acqua di cottura. Rimetteteli quindi nella pentola di cottura, unite un bel pezzo di burro crudo e un'abbondante spolverata di parmigiano grattugiato.A questo punto, nella padella dei funghi, unite tutto: pasta, castagne e porcini e date una passata sulla fiamma. Una bella spolverata di pepe, un po' di acqua di cottura se serve per ammorbidire. E poi in tavola, con il vino perfetto: il Dolcetto di Dogliani di Aldo Clerico.

L'accompagnamento ideale

Dolcetto di Dogliani

Restiamo nelle Langhe, e tra i tanti ottimi prodotti del territorio scegliamo quello che meglio accompagna i sapori del bosco: il Dolcetto di Dogliani, che del bosco ha tutti i profumi: frutti rossi, dalle more alle ciliegie, esaltano l'elegante freschezza di un vino tutto da scoprire. I sentori sono giovani e vinosi, molto fruttati; al palato si distingue per la sua freschezza, la sua immediatezza e il retrogusto armonico e mandorlato. Il Dolcetto di Dogliani è un vino quasi perso e dimenticato negli anni, sottovalutato a favore degli altri vitigni della zona più famosi, che ha avuto la simpatia di un grande personaggio - Il Presidente Einaudi - che lo ha riscoperto e personalmente coltivato fino a riportarlo alle scene che più gli si addicono.

Il nostro consiglio

Quello che vi proponiamo in questo abbinamento "boschivo" è Il Dolcetto di Dogliani DOCG di un giovanissimo produttore, Aldo Clerico, che ha la sua sede tra i comuni di Monforte d'Alba e Dogliani. Clerico si è già imposto all'attenzione del mercati più importanti per la qualità, l'eleganza e la cura dei dettagli che mette nella preparazione di tutti i suoi vini. Il suo stile é netto e deciso: rispetto della vocazione di ogni singolo vitigno e grande pazienza nell'aspettare il momento corretto per mettere in vendita i suoi vini. Questo non è uno di quei produttori "commerciali" che usano la botte quando capita, magari solo per alzare i prezzi: lui ne fa uso sapiente, solo quando necessario. Per questo il suo Dolcetto fa solo acciaio: è così che riesce a preservare (ed esaltare) quelle caratteristiche di immediatezza e freschezza giovanili che abbiamo sopra decantato. Potete provare il Dolcetto di Dogliani di Aldo Clerico ordinandolo con un clic su Viniamo.it